Mercoledì 12 maggio 2010 - 8° giorno di cammino: Lubian-A Gudiña. 25 km (tot. 200)

La mattina, appena alzati, troviamo la sorpresa che ogni pellegrino notoriamente sogna uscendo dalla propria stanza per mettersi in cammino: la pioggia! Noi abbiamo una sorpresa aggiuntiva, che neppure il più ottimista dei pellegrini oserebbe nemmeno immaginare: oltre a piovere, c'è un freddo ladro e sulle cime sopra al paese stanotte è addirittura nevicato...
In ogni caso, nonostante il freddo (che camminando vestiti in modo corretto si sopporta benissimo), lo scenario è molto suggestivo. L'aria è cristallina e si respira a pieni polmoni, sbuffando come buoi e diffondendo nell'aria col proprio respiro ampie volute di vapore acqueo. Ci si sente dei Jack London de noantri...
Pochi km dopo l'uscita dal paese, percorsi sulla strada asfaltata, a un bivio che divide la strada dal cammino, Antonio e io preferiamo avventurarci sul sentiero mentre Luciano, temendo il fango, sceglie di proseguire sull'asfalto. A fine giornata potremo dire di aver fatto la scelta migliore, visto il rapido miglioramento del tempo e la tutto sommato ottima condizione dei sentieri incontrati, oltre agli stupendi paesaggi e ambienti naturali attraversati.
Poco dopo esserci separati da Luciano smette di piovere e il tempo, alquanto variabile, alterna momenti di copertura nuvolosa ad altri di cielo terso e limpido. Il vento fresco, che alla sera diventerà freddo, quasi pungente, è la costante di tutta la giornata.
Attraversiamo gli ormai abituali villaggi semidiroccati e paesaggi naturali che sono così suggestivi e belli, nella loro semplicità, da catturare ogni volta l'attenzione e l'ammirazione del pellegrino. Antonio, vero e proprio amante del bello e della natura, si sofferma più volte ad ammirare e fotografare fiori, costruzioni, ruderi. Ci intratteniamo reciprocamente nel commentare la flora locale, che per certi versi assomiglia più alla nostra vegetazione del Nord Italia, piuttosto che a quella presente nel Sud della Spagna.
Luciano, camminando lungo la strada, ci precede di almeno un'ora e gentilmente ci riserva i letti. A poche centinaia di metri dall'albergue, preceduta e accompagnata da un vento freddo e teso, arriva la pioggia, per cui ci tocca bardarci nuovamente negli ultimi 10 minuti di cammino. Arriviamo trafelati e madidi di sudore. Fortunatamente Luciano, che marciando per strada è arrivato prima di noi, ci ha occupato due letti vicini al suo e soprattutto vicini a uno dei pochi termosifoni in funzione. Durante la sera e la notte la pioggia aumenta, arrivando in certi momenti a essere veramente forte. Il termosifone elettrico che abbiamo la fortuna di avere tra i nostri due letti a castello si rivela utilissimo anche per asciugare il bucato, oltre che per scaldare un poco questi poveri pellegrini...

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