Giovedì 13 maggio 2010 - 9° giorno di cammino: A Gudiña-Laxa. 35 km (tot. 235)

Ci alziamo verso le 6,30. Non piove più, per ora, ma il cielo è a dir poco plumbeo. Temperatura mite, tipica per la stagione: circa 5 gradi (!!!)... direi che anche per oggi non si dovrebbe sudare...
In realtà quando piove, dovendo indossare la tuta antiacqua, va a finire che si suda più di quando c'è il sole e si cammina in maglietta...
Dopo una bella colazione al bar, che scalda l'animo oltre che lo stomaco, alle 7,30 partiamo. All'uscita dalla cittadina il cammino si biforca. Noi, come anche tutti gli altri pellegrini, scegliamo il percorso di destra, che si allontana dalla 525 addentrandosi nella zona montuosa circostante.
Per un bel tratto camminiamo su strada asfaltata, con pochissimo traffico e in costante salita. In breve ci ritroviamo immersi nelle nuvole, in un'atmosfera a tratti irreale. La comitiva dei pellegrini cammina, ansimando in silenzio per la salita. 
Poco prima di arrivare al paesino di Campobecerros, nel corso di una discesa piuttosto impegnativa su sentiero sterrato, mi cede di colpo una delle bacchette da nordic walking, che si spezza in due. Dopo un minuto di raccoglimento, diamo degna sepoltura alla vittima, consegnandola ufficialmente alla gentile proprietaria del bar di Campobecerros, che mi assicura che la appenderà alla parete del locale, a imperitura memoria di noi eroici pellegrini...
La parte finale del cammino è su strada asfaltata, in continua discesa. Arrivo a Laxa con le gambe fumanti per lo sforzo, ma notevolmente rinfrancato dal fatto che il tempo pare mettersi al bello, le montagne sono terminate e ora ci aspettano solo tappe collinari. Dulcis in fundo, l'albergue è di recente costruzione e ben tenuto; è gestito dalla Protezione Civile e una giovane, carina e gentile volontaria ci da la chiave della camera a 4 letti, destinata ai disabili, che oggi resterebbe altrimenti inutilizzata. Ci dormiamo Luciano, Antonio, io e Vicente, un giovanottone di Valencia, che di professione fa il cuoco e che ora è purtroppo disoccupato. E' un ragazzone di circa 120 Kg, che oltre tutto ne ha persi 10 nel cammino fatto finora. Mi sembra molto buono ed è un tipo apparentemente pacioccone ma in realtà determinato, visto che da molti giorni cammina imperterrito con un piede dolorante a causa di uno stiramento patito per un passo falso... La vita del pellegrino per certi versi è implacabile: quello che nella vita di tutti i giorni potrebbe essere poco più che un fastidioso contrattempo, come una distorsione o uno stiramento, in un contesto come questo può arrivare a causare il fallimento di un pellegrinaggio e la necessità di rivedere radicalmente programmi accuratamente preparati per settimane, se non per mesi. Abbiamo incontrato Vicente a Puebla de Sanabria e questo è l'ultimo giorno che passeremo in sua compagnia, visto che da domani, a motivo del suo piede malconcio, accorcerà necessariamente le ultime tappe fino a Santiago.
La sera, rinunciando alla cena con Antonio e Luciano per uno spuntino frugale, riesco addirittura a partecipare alla Messa...

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