Oggi Luciano, Antonio e io partiamo alle prime luci dell'alba. Vogliamo arrivare il più presto possibile a Santiago, per poter compiere con calma tutti gli "adempimenti" previsti e poterci recare senza fretta alla Messa del pellegrino, che si celebra in cattedrale alle 12.
Il cammino odierno, benedetto da un bel cielo azzurro e da temperature miti, che ci accompagnano ormai da giorni dopo le dure giornate di pioggia e vento freddo che ci hanno messi alla prova nei giorni passati, si snoda fra gli ormai usuali saliscendi galiziani, in mezzo a paesaggi agresti che lasciano affascinati. Antonio e Luciano, veri e propri appassionati di tutto ciò che riguarda l'arte e l'architettura locali antiche, mi hanno trasmesso il virus delle foto dei "cruzeiros", le colonne sovrastate da Crocifissi che costellano le campagne di buona parte della Spagna, se non tutta. Ne ricordo uno molto bello, anche come ambientazione, all'uscita da Sahagun nel giugno 2008 (v. foto qui sotto).
Alla fine di questo pellegrinaggio saranno numerosissime le foto di Cruzeiros che avrò raccolto. Camminiamo per oltre due ore prima di trovare il primo bar aperto. Antonio è sull'orlo di una crisi di astinenza da caffeina e si tuffa a pesce dentro alla tazza del "cafè con leche". Io, da Italiano, ordino invece un "cafè corto", un espresso simile a quello che si beve nei nostri bar in Italia.
Nonostante il tragitto breve, riusciamo a faticare su alcune salite alquanto ripide: è il cammino che ci saluta, ci diciamo...
Arriviamo in centro poco dopo le 10 e mezzo. Fra un'ora e mezzo c'è la Messa del pellegrino, per cui, come in catena di montaggio, pungolati dal solerte Luciano ci precipitiamo a ritirare la Compostela,
poi in albergo (ottima scelta di Luciano, a due passi dalla cattedrale e con camerette pulite e ordinate) per una doccia rapida e via in Cattedrale, dove ci aspetta una bella e inaspettata sorpresa: l'omone sudafricano che avevo incontrato a Messa a Orense e che mi aveva detto di chiamarsi Frank, lo vediamo uscire in processione dalla sagrestia in abito liturgico e scopriamo così che in realtà Frank è un sacerdote cattolico (e in quel momento non sappiamo ancora che è addirittura appena stato nominato Vescovo, cosa che scoprirò una volta rientrato in Italia...).
Al pomeriggio andiamo al Gato Negro a mangiare il polpo (è un rito a cui non si può mancare...)
e la sera compiamo l'altro rito, quello personale di Luciano, che non manca mai, quando arriva a Santiago, di mangiare il chuleton, che è praticamente una bistecca alla fiorentina, molto buona, annaffiata con vino galiziano, che è bianco ma si sposa ugualmente con la bistecca (lo ha detto Luciano e io, da incompetente, dico che ha ragione, anche se il dubbio mi rimane che forse sarebbe stato più indicato un bel rosso corposo...:-).
Domani passerò la giornata a Santiago, in attesa del volo serale per Madrid da dove, la mattina di sabato 22, memoria liturgica di Santa Rita (alla quale sono molto legato), si tornerà a casa...
Credo di potermi considerare molto fortunato per aver avuto già due volte la possibilità di vivere un'esperienza di pellegrinaggio a Santiago de Compostela. E, come si sa, non c'è due senza tre...